Archivia 15 Ottobre 2019

VOMERO. Caos piazza Leonardo. Il Tar: «Sì ai box auto» Dai giudici ok al ricorso della ditta. Bocciata la decisione del Comune. «Ripartano i lavori fermi da 7 anni» L’ira dei residenti: «Noi in ostaggio»

Ci risiamo. Si rimescolano di nuo­vo le carte in piazza Leonardo. Arriva la sentenza del TarCampania che si esprime sul ricorso della Ce­lebrano cooperativa incaricata della costruzione dei box auto in­terrati il cui cantiere· -ora ristret­to- è aperto da ormai sette anni. Il Comune nella primavera del 2018 aveva revocato la convenzione per la costruzione dei parcheggi, dopo i rallentamenti, le proteste e i problemi economici della coope­rativa. I giudici di fatto, revocano la revoca e come si legge nella sentenza · sl pronunciano per l’annullamento con il quale è stato comunicato l’avìo del procedi­mento di risoluzione della con­venzione. E per l’accertamento del diritto alla ricorrente alla co­struzione dei parcheggi•, •non­ché per il rimborso di tutti gli one­ri e spese sostenute per la cantierizzazione e la tenuta del cantiere, e di tutte le spese collegate ali’ esecuzione della concessione in oggetto ammontanti in 2 milioni•. Si riapre dunque la partita e la possi­bilità dei parcheggi. Ezio Maria Zuppardi, legale della cooperati­va, parla di una «sentenza impor­tante e coraggiosa. La convenzio­ne torna in vitave i giudici ci hanno assegnatovdi·nuovo il diritto divco­struire i parcheggi•. I cittadini spaesati vorrebbero •chiarezza e tornare a utilizzare la piazza•. Lo snodo vomerese, dove in questi giorni l’asfalto è di nuovo solleva­to e si lavora ai cavi EneL è diven­tato •un luogo dell’assurdo•. 

LA SENTENZA

In sintesi la sentenza del Tar dà ragione alla cooperativa e capo­volge l’ano con cui fanno scorso 

Palazzo San Giacomo aveva revo­cato la concessione alla Celebrano. Vedremo se il Comune farli a sua volta ricorso, per una vicenda box pertinenziali da vendere lni­zialmente tra i 60 e i 90 miia euro­ che in 7 anni si è giocata in Tribu­nale più che in strada. «Le vicende

sopra descritte – si legge a pagina 16 della sentenza del Tar Campa­nia – dimostrano l’insussistenza dell’inadempimento, l”assenza di colpa della cooperativa ricorren­te e la non conformità al canone di buona fede (e di buona ammini­strazione) del comportamento dell’amministrazione che si caratterizza come contraddittorio, sproporzionato e non ragionevo­le». •Il Comune ci aveva revocato la convenzione. Il Tar invece ha riconosciuto un atteggiamento del Comune penalizzante verso la Ce­lebrano – esulta Zuppardi i giudi­ci, oltre a riconoscere le ragioni della cooperativa in punto di dlritto hanno saputo cogliere e dare Il giusto rilievo al fatti, che hanno contraddistinto una vicenda nella quale il Comune di Napoli ha brillato per incoerenza. Il Tribunale ha riconosciuto che le spese soste­nuta dalla Celebrano sono di due miloni di euro, cifra che com­prende anche il rifacimento della rete fognaria mai entrata In fun­zione». 

«Monumentando fuorilegge», scatta il ricorso al Tar

Riparte «Monumentando» e ricomincia il braccio di ferro tra amministrazione comunale e associazioni culturali. Non sono bastati i correttivi applicati dal Comune di Napoli, a seguito della delibera dell’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) del giugno scorso, al tanto discusso bando per la valorizzazione e restauro di 27 monumenti cittadini attraverso le sponsorizzazioni. Le associazioni napoletane a tutela dei monumenti e alcune multinazionali operanti nel campo pubblicitario hanno presentato ricorso al Tar, attraverso gli avvocati Gaetano Brancaccio ed Ezio Maria Zuppardi.

La determina del 14 febbraio, a firma di un dirigente dell’Urbanistica prevede, tra le altre cose, una stretta sull’esposizione pubblicitaria, la scelta del collaudatore in capo al Comune e la diversa gestione dei tempi e modi delle sponsorizzazioni, che dovranno passare al vaglio della Sovrintendenza. «Abbiamo chiesto una sospensiva urgente al Tribunale amministrativo regionale – spiega l’avvocato Brancaccio – La determina del Comune con cui si vorrebbe far ripartire Monumentando è fuori da ogni contesto legislativo, non ha risolto nessuno dei rilievi riscontrati dall’ordinanza dell’Autorità nazionale anticorruzione. È una presa in giro. Il Comune non si è adeguato a quanto aveva scritto Cantone, almeno per i rilievi più importanti. L’ente in autotutela avrebbe dovuto ritirare il bando di gara e ripartire daccapo»